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Maxi operazione gioco online. Min. Alfano: “Colpo durissimo alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel gioco online”

Duro colpo al gioco illecito on line controllato dalla ‘ndrangheta: eseguite 41 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di 56 imprese nazionali ed estere, 1.500 punti commerciali e 82 siti

22 Luglio 2015

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Duro colpo al gioco illecito on line controllato dalla ‘ndrangheta: eseguite 41 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro di 56 imprese nazionali ed estere, 1.500 punti commerciali e 82 siti nazionali e internazionali, per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro. Secondo la Dda di Reggio Calabria al vertice di tutto c’era Mario Gennaro, creatore del brand Betuniq con sede principale a Malta.

Una “operazione di grandissima importanza”, che assesta un “colpo durissimo alla ‘ndrangheta”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha voluto commentare l’operazione svolta oggi in tutta Italia, sotto la regia della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, e con la partecipazione di tutte le forze dell’ordine, che ha portato all’arresto di 41 persone e al sequestro di beni per 2 miliardi di euro, con la chiusura di 150 siti di gioco online in cui venivano fatte scommesse clandestine.

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Un’operazione, ha concluso Alfano, che dimostra come “il nostro sistema funziona anche nel contrasto alla criminalità organizzata. Stiamo centrando risultati molto importanti: sono convinto che gli italiani siano consapevoli che governo, forze dell’ordine e parlamento stanno portando avanti ogni sforzo per rendere l’Italia un posto sicuro in cui vivere. E’ un’operazione di grandissima importanza – ha concluso il ministro dell’Interno Alfano – un vero colpo alla ‘ndrangheta».

 

«Cosa deve fare il giocatore per evitare di alimentare gli introiti della ‘ndrangheta? Deve rispettare la legge, che prevede che le scommesse siano fatte online e non in contanti. Poi, ed è la mia valutazione personale, se può fare a meno di giocare è anche meglio». A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti commentando l’operazione della Dda di Reggio Calabria. “L’operazione di oggi va a toccare un obiettivo di indagine ancora troppo poco attenzionato rispetto alla rilevanza anche economica delle scommesse online. Mai come oggi – ha aggiunto – l’attenzione e’ stata esaltata grazie alla Dda reggina e ad un coordinamento così efficiente tra tutte le forze dell’ordine che hanno operato”.

 

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L’OPERAZIONE DELLA DDA – Nella sostanza – secondo quanto riporta la Dda di Reggio Calabria – Mario Gennaro aveva creato il brand Betuniq con sede principale a Malta. Dall’estero nel giro di pochissimi anni aveva iniziato a lanciare dei punti commerciali in Italia. Vere e proprie agenzie giochi e scommesse e Ctd (Centri Trasmissione Dati), distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’uomo della ‘ndrangheta aveva in ogni regione un proprio referente.
Attività legale, in apparenza, in realtà la società metteva a disposizione i propri conti per le giocate on line e, così facendo, il giocatore poteva pagare e incassare in contanti. Un sistema, secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria che hanno condotto l’inchiesta (Stefano Musolino, Giuseppe Lombardo, Sara Amerio e Luca Miceli) che per anni ha consentito, oltre di evadere il fisco italiano, di riciclare ingenti quantità di denaro sporco.

L’attività congiunta di Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia Stato e Dia che ha portato alla notifica dei provvedimenti cautelari e al sequestro di società e punti scommesse, ha peraltro consentito di scoprire che sui diversi territori i master di Gennaro erano in grado di chiudere accordi con importanti esponenti della criminalità organizzata (non solo ‘ndrangheta, ma anche mafia e camorra) che gestivano in maniera diretta, o attraverso prestanome, i centri scommesse, realizzando così guadagni diretti e ottenendo la possibilità di riciclare in proprio.

 

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PressGicohi