26 Aprile 2024 - 00:59

Manovrina. Renzo Terrabusi: “La diminuzione del payout può diventare una opportunità per tutti”

Nel dibattito che sta divampando a livello associativo sulla possibilità di una riduzione del payout delle slot per compensare il nuovo innalzamento del Preu, si inserisce anche una voce autorevole

12 Maggio 2017

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Nel dibattito che sta divampando a livello associativo sulla possibilità di una riduzione del payout delle slot per compensare il nuovo innalzamento del Preu, si inserisce anche una voce autorevole dell’industria, quella di Renzo Terrabusi, patron della Nazionale Elettronica. Ed è una voce, come al solito, fuori dal coro, che al primo impatto può avere un effetto provocatorio, ma che, pensandoci bene, porta degli elementi su cui riflettere.

 

“Secondo me – dice Renzo – è inutile andare a caccia del contentino. Ridurre di un punto e mezzo o due la percentuale di restituzione non ci garantisce assolutamente il recupero dell’incremento del Preu, anche perché, come abbiamo visto lo scorso anno, dopo una prima fase di entusiasmo da parte dell’utenza, dovuta al fatto che l’innalzamento dell’aliquota imposta dalla Stabilità ha determinato il rinnovo del parco macchine e questo ha portato una ventata di novità importante. Nel secondo semestre, però, i volumi di gioco sono scesi notevolmente”.

 

Quale sarebbe, allora, la ricetta giusta per il mercato?

“Io penso questo: se davvero c’è la disponibilità di ridurre il payout, bisogna farlo in maniera intelligente, rendendola un’opportunità. In concreto, io la percentuale la porterei al 65%, perché a quel punto avrei la possibilità di diversificare i prodotti con quote di restituzione diverse”.

 

Si può rimanere perplessi di fronte a un’affermazione del genere, ma Terrabusi fuga ogni dubbio. “Guardate cosa è successo sul fronte Vlt. Sin dall’inizio la percentuale dell’85% è stata considerata da tutti troppo bassa; di conseguenza alcuni sistemi sono saliti di almeno 2 punti, altri di più, e ancora oggi siamo all’incirca sull’88%. Ebbene, né io, né i miei colleghi penso, scenderanno di colpo al 65%. Al contrario, credo che tutti si muoveranno fra un range di 2 o 3 punti, partendo dal 66,5/67%, per arrivare al 69%.”

 

L’osservazione che sorge spontanea è che con le Vlt è più facile andare oltre la percentuale minima in quanto il costo di giocata è più elevato e i cicli sono infinitamente lunghi. Ma Renzo Terrabusi replica: “Proprio in virtù delle caratteristiche più stringenti delle Awp, le variazioni delle quote di restituzione sono maggiormente percepibili. E siccome sappiamo che i gusti dell’utenza variano non solo da regione a regione, da città a città, ma persino da bar a bar, avremo più possibilità di prima di soddisfare le diverse esigenze di chi gioca. Poi, in tal modo, noi produttori la smetteremo di fare soltanto gli omini da catena di montaggio, che devono fare tutto in serie senza metterci nulla di proprio. Finalmente potremo ricominciare a fare gli imprenditori.”

 

Resta il fatto che si rischia di perdere una fetta anche consistente di giocatori. “Questo lo vedremo. Però dobbiamo tener conto pure del risvolto psicologico. Nel momento in cui il giocatore sa che la percentuale minima è scesa al 65%, vedere che l’offerta va tutta oltre questa quota, chi più chi meno, può esercitare una leva interessante a livello psicologico. Ciò non toglie, in definitiva, che solo in Italia siamo costretti a misurarci con situazioni del genere. Io vorrei che chi ci governa dia un’occhiata a cosa accade in Germania, o in UK, o in tutti i Paesi dove le Awp sono lecite. Là vigono sistemi molto più equilibrati, che non opprimono i produttori e i gestori, né tartassano i giocatori, e comunque portano il giusto nelle casse dello Stato. I nostri governanti devono smetterla di pensare di essere sempre i più bravi del mondo!”

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi