28 Marzo 2024 - 21:55

La profonda notte dell’amusement: assenza di norme, strumentalizzazioni e una (possibile) nuova alba

“L’amusement- secondo il presidente di Sapar Raffaele Curcio – non è un settore in difficoltà, ma è un settore in profonda crisi e abbandonato dal punto di vista normativo, che

14 Ottobre 2015

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“L’amusement- secondo il presidente di Sapar Raffaele Curcio – non è un settore in difficoltà, ma è un settore in profonda crisi e abbandonato dal punto di vista normativo, che non va rinnovato, ma completamente rifondato”. “Noi abbiamo fatto diverse proposte in particolare con i monopoli- ha continuato- per cercare di ripartire in un percorso comune insieme alle istituzioni, abbiamo chiesto di tralasciare per il momento la fiscalità poi, finito il percorso di riassestamento in un secondo momento potremo tornare sulla fiscalità”.

Dopo questa apertura Curcio ha affrontato una questione di estrema attualità, il famoso servizio delle Iene utilizzato anche ieri dall’on. Villarosa dei 5Stelle per attaccare il gioco durante un intervento che ha fatto seguito all’audizione di Baretta. Un attacco, questo del grillino, che ha aggredito il settore attraverso una generalizzazione estremamente populista, citando una trasmissione “di grido”, di certo famosa non per la sua rigorosità giornalistica, ma che ha la capacità di arrivare al pubblico (e di conseguenza al possibile elettore), mentre probabilmente in questo settore (e non solo) c’è bisogno di una doverosa, rigorosa e razionale analisi della situazione e di normative che possano tutelare i consumatori e le aziende e di conseguenza l’intera rappresentanza dei cittadini.

 

“Le ticket redemption sono state ingiustamente attaccate- ha continuato Curcio- abbiamo parlato con la giornalista che ha fatto il servizio con un punto di vista critico, perché bisognava rispettare la realtà in maniera più corretta, mentre quella trasmissione è stata fatta ad arte, speriamo che i prossimi servizi siano più equilibrati, ma per ora aver additato le ticket redemption come un azzardo per bambini a noi è sembrato eccessivo e decisamente troppo strumentale”.

“Posso dire che quelle immagini sono state fatte ad arte perché c’è una prima ripresa della mia sala e poi di un’altra- è intervenuto Marai, di Faro Games – se io mettessi quel tipo di macchina nella mia azienda sarei un cretino”. “Abbiamo chiesto per anni che venisse fatto un regolamento su questo mercato – ha continuato Curcio – un regolamento che esiste in Europa e non si capisce perché da noi non è stato mai fatto niente, se in tutto questo tempo il monopolio non è riuscito a fare una regolamentazione, forse non è l’ente adatto. La legalizzazione del gioco a vincita ha catalizzato l’attenzione di tutti, operatori e Stato e quindi c’è stata una componente di inerzia nell’amusement che è stato un po’ dimenticato.E’ quindi arrivato il momento di proporre una casa diversa per quest’area”.

“L’amusement è una forma sofisticata di commercio, ma non è gioco d’azzardo, è come vendere scarpe, questo è definito nelle normative comunitarie- ha dichiarato il professor Eduardo Antoja presidente di Euromat– questo vale anche per le ticket redemption, se spendi 10 sai che vincerai un gioco che ne vale 10. L’Italia non ha applicato la direttiva europea, se qui non si va avanti bisognerà rivolgersi alla Commissione Europea”. “Si poteva risolvere tutto prima in Italia con equilibrio- ha replicato Curcio- ma se continuiamo in questo modo saremo veramente costretti a rivolgerci all’Europa”.

 

“Quando in Italia trovi sale vuote, sviluppo zero e normative assenti, credo si possa parlare della ‘la morte dell’amusement’- hanno dichiarato alcuni operatori tra gli astanti – ma proprio questo blocco durato qualche anno lascia il settore vergine e quindi può anche essere un settore in cui investire. Prima però bisogna fare educazione sul gioco che è la cosa più naturale che ci sia, quindi è fondamentale dare una definizione di amusement. E’ quindi importante distinguerlo da gioco d’azzardo, dal punto di vista non solo normativo, ma anche per quanto riguarda le sale e il significato che si attribuisce ai termini, il gioco deve avere un’accezione sana, di puro e semplice divertimento e la sala giochi riportata al suo significato originale di luogo di aggregazione”.

“E’ importante ripartire- ha concluso Paolo Dalla Pria – fino a quando saremo sotto il monopolio non andremo avanti, perché loro non sosterranno chi non dà utili allo Stato come noi dell’amusement. Noi dobbiamo cercare di portare l’amusement, dalle ticket redemption ai videogiochi ad un semplice commercio che dà pochi introiti e dobbiamo farlo attraverso la Comunità Europea perché lo Stato non ci ascolta”.

 

PressGiochi