19 Aprile 2024 - 19:35

Istat e Nuovo Superenalotto: l’aumento del costo della lotteria finisce sui banchi del Parlamento

Il M5S denuncia alla Camera dei deputati l’aumento del costo delle giocate del nuovo Superenalotto e in particolar modo il fatto che tale aumento non sia stato reso in considerazione

13 Giugno 2016

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Il M5S denuncia alla Camera dei deputati l’aumento del costo delle giocate del nuovo Superenalotto e in particolar modo il fatto che tale aumento non sia stato reso in considerazione degli esperti dell’Istat nel quantificare il peso della voce Concorsi e pronostici sul paniere dell’indice dei prezzi al consumo.

“Da un articolo del 12 maggio 2016 a firma del presidente dell’Adusbef Elio Lannutti, – denunciano gli onorevoli Pesco, Villarosa, Ruocco ed altri – dal titolo «L’aumento del Superenalotto sfugge all’Istat: malafede o distrazione?», si apprende che dall’inizio del 2016, la voce «Concorsi pronostici», che contribuisce al calcolo dell’inflazione, non ha fatto registrare alcuna variazione dell’indice dei prezzi; nel suddetto articolo, confrontando il costo della giocata di una combinazione di 6 numeri, al netto della quota che forma il montepremi, ridistribuito ai vincitori, si quantifica in 22,4 per cento l’aumento del costo del Superenalotto.

La voce «Concorsi pronostici» ha un peso del 2 per cento sul paniere dell’indice dei prezzi al consumo NIC; l’Istat non rende noto se e come suddivide tale peso tra i diversi giochi a premi, ma attribuendolo per intero alla variazione del costo del Superenalotto si avrebbe una maggiore inflazione di circa mezzo punto percentuale e, in particolare, l’inflazione a febbraio 2016 sarebbe di +0,2 per cento anziché -0,3 per cento, a marzo 2016 sarebbe di +0,2 per cento anziché -0,2 per cento e ad aprile 2016 sarebbe pari a 0 anziché a -0,5 per cento;

 

Nella vecchia versione del gioco si prevedeva che «il costo unitario al pubblico della singola combinazione di gioco è di euro 0,50; la giocata minima non può essere inferiore a due combinazioni di gioco» mentre nella nuova versione del regolamento si stabilisce che «la posta di gioco è di euro 1,00. La giocata minima equivale a una combinazione di gioco» e che «il montepremi è costituito dal 60 per cento della raccolta».

Insomma, prima si pagavano 50 centesimi di euro e 17,324 rientravano sotto forma di montepremi. La differenza, ripartita tra l’aggio del rivenditore, la società di gestione e lo Stato, era di 32,676 centesimi. Dal 1° febbraio, invece, si spende un euro, di cui 60 centesimi sono ridistribuiti e 40 si perdono. L’aumento è stato, pertanto, di 7,324 centesimi o, in termini percentuali, del 22,4%.

Il nuovo regolamento è entrato in vigore, per la prima volta, in occasione dell’estrazione di sabato 2 febbraio 2016.

Per il presidente dell’Adusbef, ogni decimale di inflazione in più comporta un maggior esborso per il sistema pensionistico di 230 milioni di euro lordi e 170 milioni di euro al netto dell’Irpef, dovuti al meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni; una maggiore inflazione avrebbe un impatto sul coefficiente di rivalutazione degli accantonamenti per il TFR, sul rinnovo dei contratti di lavoro e su innumerevoli rapporti economici tra privati (assegno di mantenimento per il coniuge in regime di separazione legale, canoni di locazione di immobili, e altro). Un deflatore dei consumi privati delle famiglie di maggiore entità, potrebbe causare una minore crescita in termini reali, a parità di prodotto interno lordo nominale.

I parlamentari del M5S hanno quindi chiesto al Mef e al Ministero della semplificazione se quanto riportato nell’articolo di stampa citato trovi conferma; in caso affermativo, se l’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat sarà rettificato per tenere conto dell’indiscutibile aumento del costo del Superenalotto.

Pesco chiede inoltre di sapere quali iniziative si intendano adottare nei confronti dei responsabili dell’Istat che avrebbero valutato in maniera non corretta l’inflazione e se l’aumento dell’importo della giocata favorendo l’incentivazione ad astenersi dal giocare, non possa integrare una forma di aiuto di Stato alle concessionarie di giochi online e slot machine, e quindi anche essere tale da determinare un possibile danno alle casse pubbliche.

PressGiochi