16 Aprile 2024 - 17:40

Gambling. La posizione di FeDerSerD sulle attuali politiche in Italia

Alla fine come sempre è solo questione di soldi, verrebbe da dire leggendo le dichiarazioni di Governo e Regioni in merito all’accordo sul gioco d’azzardo, che si profila all’orizzonte. I

10 Ottobre 2016

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Alla fine come sempre è solo questione di soldi, verrebbe da dire leggendo le dichiarazioni di Governo e Regioni in merito all’accordo sul gioco d’azzardo, che si profila all’orizzonte. I 50 milioni assegnati alle Regioni con una ripartizione che tiene conto degli abitanti e delle richieste di trattamento e l’annunciata riduzione di 120 mila slot (Awp) entro il 2017 sembra aver messo d’accordo quasi tutti, almeno apparentemente.

“Non possiamo che manifestare tutto il nostro consenso per una misura tanto attesa, di finanziamento ai servizi dipendenze in grave sofferenza da tempo, che potranno fruire di importanti risorse per migliorare e potenziare l’offerta di cura e assicurare interventi con finalità preventive delle patologie connesse agli eccessi di gioco. Ci auguriamo che queste risorse vengano assegnate con criteri che privilegiano strumenti di cura e strategie di prevenzione, la cui efficacia sia stata documentata e la cui implementazione preveda accurati disegni di valutazione. Troppe volte abbiamo assistito alla dissipazione di risorse in mille rivoli, giustificati solo dalla esigenza di assicurare il più ampio consenso politico, e a maggior ragione ne paventiamo il rischio in questo settore che vede numerosi e agguerriti protagonisti” dichiara Pietro Fausto D’Egidio, Presidente Nazionale FeDerSerD.

Dunque bene sia il finanziamento che la riduzione delle opportunità di gioco, ma gli interrogativi e le riserve sono molte. Il progetto del Governo su cui sembra esserci l’accordo delle Regioni e per esse degli Enti Locali in generale, prevede la riduzione attraverso un processo di accorpamento in sale giochi di una certa dimensione – rimane ancora da capire quanto e come – a discapito della attuale disseminazione in migliaia di locali come bar, tabaccherie ed altri pubblici esercizi che rispettano oggi, quelle regole minimali richieste come riservatezza della sala, controllo degli accessi e divieto ai minori, superficie minima ai sensi dei vigenti regolamenti edilizi. Sembrano scomparsi tutti i riferimenti alle distanze dai luoghi “sensibili” così come le autonomie decisionali degli enti locali in materia di allocazioni e orari. Forse se ne terrà conto al momento di definire i criteri per le nuove autorizzazioni.
La logica del provvedimento, che risponde ad esigenze di carattere politico, sembra essere fondata su due
ragioni:
• più ci sono occasioni di gioco, più le persone giocano, più c’è il rischio di sviluppare disturbi correlati
• ridurre l’impatto e la visibilità diffusa delle occasioni di gioco che danno la brutta sensazione ai cittadini di essere invasi dall’azzardo
Per quanto riguarda il primo punto, è dimostrata da più ricerche indipendenti1, la correlazione tra numero di macchinette attive sul mercato e il numero di persone che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo.
Per il secondo punto, ridurre la distribuzione sul territorio oltre a comprimere l’offerta complessiva, potrebbe funzionare, almeno inizialmente, come elemento di disturbo verso le abitudini di gioco, che sono una componente importante che alimenta il circuito della dipendenza.

Contro l’efficacia della concentrazione, stanno numerose ricerche che documentano l’aumento del rischio di disturbi, per effetto dell’isolamento del giocatore da contesti aperti che possono svolgere una funzione di controllo sociale, e protettiva verso gli eccessi.
La materia dunque è controversa e non consente semplificazioni.
Richiede un approccio che andrebbe graduato, sperimentato, verificato nei risultati, prima di una sua estensiva applicazione, insieme ad una serie di altri provvedimenti sulle caratteristiche specifiche delle macchine, che ne limitino la velocità di esecuzione, introducano avvisi di rischio a cadenza regolata sulla frequenza e intensità di gioco sullo stesso apparecchio, possano identificare il giocatore restituendogli il suo profilo di gioco a cadenza regolare e rendere obbligatorio impostare i propri limiti temporali e monetari di gioco, definiti entro un range limitato. Anche questi sistemi regolatori sono già stati ampiamente valutati da numerose ricerche, con risultati controversi, ovvero potrebbero funzionare nel breve periodo ma vanno monitorati e costantemente aggiornati.
Tuttavia non c’è alcun dubbio che se non si interviene sulla pluralità dei fattori di rischio connessi a questi tipi di gioco, è probabile che non ci siano gli effetti sperati da questa proposta, ma solo un impatto mediatico e di consenso pubblico di breve durata. Inoltre appare molto controversa e discutibile l’opzione di favorire le Vlt rispetto alle Awp, aumentando il parco delle prime rispetto alle seconde, meno redditizie sia per l’erario che per i gestori, ma con caratteristiche tecniche di gioco meno suscettibili di indurre indebitamento e dipendenza del giocatore. Dunque molte ombre su questo provvedimento che si profila all’orizzonte, che è comunque ostacolato dalle numerose lobbies che vedono minacciati i propri interessi, e rischia di essere parzialmente depotenziato da misure di diluizione del provvedimento.

Conclude quindi il Presidente D’Egidio “Ci auguriamo che l’Osservatorio sul gioco sappia indicare quanto prima al decisore politico, misure opportune ed efficaci di contrasto al gioco, frutto di reali conoscenze scientifiche e competenze professionali.
Rimane comunque un provvedimento molto parziale, che pur intervenendo su un aspetto rilevante del rischio azzardo, lascia invariate tutte le altre condizioni relative agli altri tipi di giochi, meno importanti come fatturato, ma non meno rilevanti come impatto sui profili di gioco e di rischio delle persone.
Ci auguriamo che sia un primo passo, e che i prossimi siano il risultato non solo della soddisfazione di giustificate esigenze emotive, ma anche di ponderate scelte, frutto di accurate analisi del fenomeno e di studi di efficacia sui provvedimenti”.

PressGiochi