24 Aprile 2024 - 09:26

Dl Dignità. Feroci (Caritas): “Finalmente sull’azzardo il Parlamento ha preso coscienza della situazione”

La Caritas di Roma esprime apprezzamento per l’approvazione della normativa che regolamenta, in parte, il gioco d’azzardo e le scommesse sportive. “Finalmente – spiega monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di

07 Agosto 2018

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La Caritas di Roma esprime apprezzamento per l’approvazione della normativa che regolamenta, in parte, il gioco d’azzardo e le scommesse sportive.

“Finalmente – spiega monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma – il Parlamento italiano ha preso coscienza della gravità della situazione. Come Caritas ringraziamo i gruppi parlamentari e gli esponenti di governo che si sono battuti per introdurre misure così importanti. Impegno non semplice come dimostrano i numerosi tentativi falliti nel passato. Il divieto di pubblicità e il controllo dell’identità dei giocatori sono capisaldi per tutte le politiche di regolamentazione e di prevenzione del “disturbo da gioco d’azzardo” che si vorranno mettere in atto in futuro”.

 

“Come Caritas – dichiara monsignor Feroci -, insieme alle numerose associazioni e organizzazioni che si impegnano in questo ambito, vigileremo affinché i provvedimenti approvati siano rispettati: ci preoccupa il potere economico delle lobby legate al settore e l’influenza che queste esercitano sugli editori attraverso i consistenti investimenti pubblicitari. Per questo rivolgiamo un appello al mondo dello sport, professionistico e dilettantistico, affinché si liberi al più presto da questo “giogo” e sappia trovare finanziamenti che rispecchino i valori che contraddistinguono lo spirito di ogni atleta”.

 

“Ci auguriamo – conclude il direttore della Caritas romana – che su questo tema, così come avviene in numerosi Enti locali amministrati dalle diverse forze politiche, tutti i gruppi parlamentari collaborino proficuamente e siano capaci di ascoltare la voce di quanti ogni giorno sono vicini alle famiglie che hanno perso tutto in quanto vittime del “disturbo da gioco d’azzardo”.

PressGiochi