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Distanziometri del gioco. Nevola (La Sentinella): “Colpire la legalità aumenta illegalità e gioco patologico”

Bolzano. CdS chiede consulenza tecnica anche per gli altri ricorsi delle sale giochi “L’effetto più banale del proibizionismo è l’insorgere dell’illegalità, per questo siamo stati costretti a intentare un ricorso”.

05 Luglio 2017

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Bolzano. CdS chiede consulenza tecnica anche per gli altri ricorsi delle sale giochi

“L’effetto più banale del proibizionismo è l’insorgere dell’illegalità, per questo siamo stati costretti a intentare un ricorso”.

Lo ha dichiarato Luigi Nevola presidente dell’associazione culturale La Sentinella che questo pomeriggio ha tenuto a Bolzano presso la biblioteca giuridica del Comune  una conferenza stampa sulla recente sentenza del Consiglio di Stato circa la normativa sul gioco d’azzardo in vigore in Provincia di Bolzano. Il Consiglio di Stato ha infatti messo in discussione la normativa chiedendo una verifica tecnica circa la sussistenza di un effetto espulsivo del gioco lecito sul territorio locale.

 

“Sono tre anni – ha spiegato Nevola – che seguiamo la questione e chiediamo alla Provincia un incontro, mai concesso. Il sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, invece, ha accolto la nostra proposta come spunto.

Chiediamo, quindi di combattere l’illegalità che è sorta in questi anni nel settore dell’azzardo, frutto di azioni politiche legittimate da mosse demagogiche e di facciata. Se non fossimo intervenuti, ancora avremmo decine di totem illegali. Colpire la legalità aumenta illegalità e il gioco patologico. Inoltre, chiediamo di puntare sulla formazione e sulla prevenzione, fatte in maniera seria.

 

Non può esserci una legge proibizionista con distanziometri e luoghi sensibili che producono l’effetto contrario a quello ricercato. Deve passare il binomio tra gioco illegale e criminalità. Abbiamo a cuore le fasce sociali più deboli e i giovani”.

 

 

 

Ad intervenire alla conferenza anche l’Avv. Geronimo Cardia che da alcuni anni sta seguendo l’effetto sul territorio dell’applicazione delle distanze dell’offerta dai luoghi sensibili.

 

Dal 2010-2011, gli enti territoriali preoccupati dall’eccessiva offerta di giochi hanno iniziato a legiferare in materia. Il problema è che dal 2011 abbiamo notato delle falle in questo sistema. All’iniziativa lodevole di far fronte al problema patologia, non c’è stata l’efficacia della misura.

 

Gli enti hanno introdotto via via distanziometri, limiti orari e divieti di pubblicità.

L’applicazione delle distanze introdotte nei territorio in questi anni – ha spiegato l’avvocato – ha portato ad una reale espulsione del gioco d’azzardo. Questo effetto espulsivo chiude le porta al mercato legale e la apre a quello illegale. Basti pensare che gli enti che hanno introdotto i principi del distanziometro hanno applicato le distanze adottate anni prima dal legislatore per vietare le antenne dei telefonini, strumenti identici per finalità totalmente diverse.

 

Nell’intervenire sul tema – ha chierito Cardia – vanno considerati sei capisaldi della nostra Carta Costituzionale: la tutela alla salute, il diritto al risparmio, la tutela del gettito erariale da offerta legale, l’ordine pubblico, il diritto all’impresa e la tutela del lavoro del comparto legale, quello del mercato industriale. Gli operatori oggi vedono pregiudicati i propri interessi da una norma non corretta. Dobbiamo portare avanti principi che siano corretti.

La regione Liguria si è presa un anno di tempo prima di espellere il comparto legale.

 

Sulla consulenza tecnica assegnata dal Consiglio di Stato in merito ai ricorsi in trattazione vorrei ricordare alcuni aspetti: la sentenza è attesa nei  primi mesi del 2018. Tra i primi quesiti posti dal CdS, c’è l’intento di analizzare le norme urbanistiche delle città, si è chiesto se questa situazione di fatto può determinare una contrazione del mercato dell’offerta legale. Qui il CdS ha colto aspetti ricordati dalla Corte costituzionale sugli effetti di queste norme in termini di pregiudizio per le imprese.

 

Quando si parla di effetto espulsivo parliamo di effetti alti di riduzione del gioco, 96-98%. Invece, gli enti parlano addirittura di marginalizzazione dell’offerta, di offerta posta al di fuori del territorio comunale. Su questo aspetto, il CdS ha chiesto di conoscere gli effetti ancora sulle imprese di questa eventualità. Si chiede, infine, se effettivamente marginalizzare spingerà il giocatore a non giocare.

Aspettiamo, quindi, con grande attenzione questa consulenza tecnica richiesta dal Consiglio di Stato”.

 

 

PressGiochi