28 Marzo 2024 - 09:52

Delega fiscale. Su distanze sale giochi, possibile adozione della proposta pentastellata

La lunga attesa sta per finire. Come avevamo annunciato venerdì la settimana entrante sarà dedicata ai decreti della delega fiscale. Ora sono in rampa di lancio almeno 3-4 decreti, ma

15 Giugno 2015

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La lunga attesa sta per finire. Come avevamo annunciato venerdì la settimana entrante sarà dedicata ai decreti della delega fiscale. Ora sono in rampa di lancio almeno 3-4 decreti, ma che potrebbero aumentare nei prossimi giorni. C’è tempo fino a giovedì-venerdì, quando Renzi convocherà il Cdm. Al momento sicuri sono quelli sulle sanzioni, sui giochi (con un’inedita “alleanza” fra governo e M5S); ma potrebbero spuntare anche quelli sulla riscossione e sull’evasione ed erosione fiscale, col ritorno del tante volte annunciato fondo taglia-tasse.

Come commenta Avvenire, un grosso capitolo è relativo ai giochi, dossier curato dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. Qui, da gennaio in poi si è consumata una battaglia sotterranea fra il Tesoro, la lobby dei concessionari e l’ampio mondo dei movimenti che si oppongono al dilagare dell’azzardo. Il punto centrale resta quello annunciato già mesi fa: il governo darà un taglio di 100mila unità (ma – attenzione – potrebbe ridursi a 80mila) alle quasi 400mila slot-machine oggi attive sul territorio nazionale. I criteri saranno stringenti: una macchinetta ogni 7 metri quadri e non più di 6 apparecchi in ogni locale commerciale, quali che siano le sue dimensioni e da collocare in spazi separati (con accesso consentito solo ai maggiorenni).

Sul piano del gettito, al Tesoro si sostiene che si punta solo a “stabilizzare” quello attuale, che è attorno agli 8 miliardi annui (circa 1/10 degli 80 miliardi di giocate totali, dei quali non più del 70-75% è destinato alle vincite), puntando semmai sull’emersione di base imponibile finora nascosta, com’è avvenuto per le 2mila sale-giochi venute a galla con la sanatoria dell’ultima Legge di stabilità. Sarà comunque cambiato il sistema di tassazione: oggi è tarato sulle giocate (quindi tiene conto anche del guadagno dell’operatore), in futuro sarà fatto sul margine finale. Ma dove si sta consumando il vero scontro è sull’opposizione che si vuol fare al far west normativo, cioè al fatto che ogni Regione e Comune deliberi per conto proprio in questo settore. E qui, accogliendo una proposta fatta dai grillini durante un dibattito parlamentare di un mese fa circa, il governo punta a fissare dei principi-base validi in tutta Italia, a partire dallo stabilire un numero massimo di sale giochi rapportato al numero degli abitanti adulti (si parla di una slot ogni 200 abitanti, ma la decisione finale ancora non è presa). Il tema resta “caldo”, anche per il rischio di collegamenti del settore con la criminalità, e la riprova è la cautela con cui il Tesoro si sta muovendo: Baretta ha già avuto un incontro con Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia. Prima del varo, poi, ci sarà un confronto con gli enti locali (a loro resterebbe la competenza sugli orari) e, probabilmente, uno anche con il presidente dell’Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone.

 

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