19 Aprile 2024 - 09:53

DEF. Nel 2016, 47.788 controlli contro il gioco illegale

Le risorse reperite in termini di manovra lorda (maggiori entrate e minori spese) ammontano a 5,2 miliardi nel 2017, 10,2 miliardi nel 2018, 10,1 miliardi nel 2019 e 7,4 miliardi

26 Settembre 2017

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Le risorse reperite in termini di manovra lorda (maggiori entrate e minori spese) ammontano a 5,2 miliardi nel 2017, 10,2 miliardi nel 2018, 10,1 miliardi nel 2019 e 7,4 miliardi nel 2020.

Si tratta, in particolare, dell’estensione del meccanismo dello split payment a tutta la PA, ai professionisti, alle controllate dalla PA centrale e locale. A queste si aggiungono le disposizioni che disciplinano l’incremento dell’aliquota del prelievo erariale unico applicato sulla raccolta derivante dal gioco attraverso apparecchi automatici tipo slot machine, il contestuale aumento del prelievo sulle vincite superiori a 500 euro conseguite nel gioco del lotto e nelle lotterie istantanee e quelle che rideterminano l’aliquota percentuale per il calcolo del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio (c.d. ACE).

Lo si legge nella Nota di Aggiornamento del DEF approvata da Palazzo Chigi e che andrà presentata alle Camere entro domani 27 settembre.

In materia di entrate, – si legge -è stato disposto l’aumento, a partire dal 1° ottobre 2017, del prelievo erariale sugli apparecchi da intrattenimento c.d. ‘new slot’ e sulla raccolta derivante dagli apparecchi c.d. ‘videolotteries’.

Nel comparto del gioco pubblico, l’Agenzia verifica costantemente gli adempimenti cui sono tenuti i concessionari e tutti gli operatori del settore: esercitando una mirata azione di contrasto alle pratiche illegali ha assicurato nel 2016 la riscossione di 10,5 miliardi di euro.

Volgendo lo sguardo alle attività di contrasto dell’evasione fiscale, il rapporto evidenzia come nel settore dei giochi non si riscontrano rilevanti fenomeni di evasione nel circuito legale in quanto tutto ciò che accade è registrato. Tuttavia, permangono aree di evasione connesse all’esercizio illegale delle medesime attività, nonché alla infiltrazione criminale nel mercato legale. È da notare che il gioco che si realizza attraverso gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro contribuisce da solo a più della metà delle entrate erariali ed è quello maggiormente esposto. n generale, la lotta al fenomeno del gioco clandestino – e quindi alla evasione fiscale che ne deriva – interessa prevalentemente tre comparti: il gioco mediante rete fisica attraverso apparecchiature che si collegano ai siti illegali (i c.d. Totem); la manomissione/alterazione di apparecchi da gioco con vincita in denaro; le scommesse (sia mediante rete fisica sia mediante siti on line illegali). Il fenomeno dell’evasione totale si verifica, per esempio nel caso di gioco a distanza, anche attraverso l’utilizzo di apparecchi illeciti (totem), che si collegano a piattaforme estere prive di qualunque autorizzazione. Nella fattispecie si riscontra una doppia violazione in quanto si gioca con un concessionario non autorizzato tramite una intermediazione a sua volta vietata.

Un fenomeno che sembra acquisire rilievo è anche quello dell’alterazione delle schede degli apparecchi da intrattenimento. Al riguardo, atteso il sempre maggiore livello di complessità tecnologica delle modalità di alterazione, è stato costituito un gruppo tecnico insieme al partner tecnologico e alla Guardia di Finanza permettere a punto le strategie di contrasto.

Nel 2016 l’Agenzia ha effettuato 47.788 controlli. In gran parte, si è trattato di controlli sugli apparecchi da intrattenimento, nonché di controlli mirati a far rispettare il divieto di gioco per i minori. Sugli esercizi che raccolgono scommesse e/o gestiscono apparecchi da divertimento e intrattenimento, la percentuale degli esercizi controllati almeno una volta l’anno è stata, nel 2016, del 27,9% (27.564 controlli complessivi effettuati nel settore scommesse e apparecchi, rispetto al numero complessivo di esercizi gestiti di 98.749).

 

 

I controlli effettuati nel 2016 sono sostanzialmente in linea, se non superiori rispetto a quelli effettuati nell’anno precedente. Sono state svolte le attività preparatorie delle operazioni interforze definite dal “Comitato per la prevenzione e repressione del gioco illegale”. Nell’anno sono state effettuate due operazioni, rispettivamente nel mese di luglio e nel mese di dicembre, mirate principalmente alla tutela dei minori.

Per quanto concerne le somme derivanti dall’accertamento di violazioni tributarie e amministrative, nel 2016 si “registra” un valore di 87.462.437 euro. In particolare, l’imposta accertata è stata pari a circa 30,7 milioni di euro, le sanzioni amministrative irrogate pari a circa 27,1 milioni di euro, quelle tributarie a circa 29,6 milioni di euro. Tale risultato è da ricondurre anche ad attività di accertamento legate, in alcuni casi, alla definizione di importanti operazioni di polizia eseguite negli anni precedenti.

In generale si è rilevata una riduzione delle violazioni nel settore dei giochi, in parte dovuta alla regolarizzazione del circuito parallelo, e in parte a una forte azione di presidio sul territorio con un importante effetto di deterrenza in un contesto in cui le frodi tecnologiche sono sempre più sofisticate e mirate. La riduzione delle violazioni, con particolare riferimento al settore delle scommesse, è derivata anche dalla “regolarizzazione per emersione” introdotta dalla Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (e successivamente estesa anche nel 2016 ad opera della Legge 28 dicembre 2015, n. 208). Si è così regolarizzata una parte dei cosiddetti CTD, soggetti ubicati nel territorio dello Stato che, oltre ad esercitare una concorrenza sleale nei confronti dei concessionari statali (regolari), non sono collegati al totalizzatore nazionale dell’Agenzia (laddove sono registrate tutte le scommesse e le vincite pagate), non versano imposte all’erario sulla raccolta e non sopportano alcun onere concessorio, con evidente nocumento per le entrate erariali. La gestione dell’Agenzia in tale settore, nel solco della previsione normativa della “regolarizzazione” testé citata, ha permesso l’emersione di oltre 2.300 soggetti (2015 e 2016) con un recupero d’imposta versata (al netto degli oneri concessori) di circa 48,5 milioni di euro. Nel 2016 sono emersi 359 nuovi soggetti, con un’imposta versata pari a euro 4.067.293,01.

E’ stata rafforzata l’attività di controllo sugli istituti assicurativi o bancari presso i quali i concessionari di giochi hanno stipulato le fideiussioni, mettendo in evidenza le eventuali criticità determinate da ridotte coperture in termini di valori patrimoniali. Inoltre, nel corso del 2016, al fine di prevenire infiltrazioni criminali nella filiera del gioco, è stato effettuato un esame approfondito di 250 soggetti considerati più a rischio, ai fini di un monitoraggio periodico.

Infine, si è completato il processo di integrale automazione della procedura di inibizione dei siti che offrono gioco senza autorizzazione e sono state perfezionate le metodologie di controllo successivo all’emanazione di provvedimenti di inibizione attraverso un costante coordinamento con la Guardia di Finanza e la Polizia postale. Il numero complessivo dei siti inibiti è salito a 6.204.

 

 

Il Piano operativo “Giochi e scommesse illegali”

In materia di tutela del gioco pubblico, allo scopo di migliorare l’efficacia dell’azione ispettiva in relazione alle peculiarità proprie delle diverse condotte illecite che connotano i giochi e le scommesse, nel 2016 sono stati predisposti 2 distinti Piani Operativi (in luogo dell’unico previsto lo scorso anno) denominati:

1) “giochi illegali”, per il contrasto dei fenomeni d’illegalità e abusivismo nei settori dei giochi80, compresi quelli “on line”, delle manifestazioni a premio e di sorte locali;

2) “scommesse illegali”, mirato a prevenire e reprimere gli illeciti che interessano le scommesse e i concorsi pronostici, inclusi quelli “on line”.

 

L’azione della Guardia di Finanza a tutela del monopolio statale del gioco è volta al contrasto dei fenomeni di abusivismo e di illegalità che interessano il settore dei giochi, nonché delle violazioni fiscali connesse non solo alle imposte sui redditi, ma anche ai fini del prelievo erariale unico e dell’imposta unica sulle scommesse e sui concorsi pronostici. Tale missione investe in pieno le responsabilità del Corpo, quale Forza di polizia economico-finanziaria e giudiziaria a competenza generale, che svolge la propria azione in questo ambito a salvaguardia del monopolio statale dei giochi, al fine di impedire alla criminalità organizzata di infiltrarsi nel mercato regolare, nonché per tutelare: il gettito fiscale derivante dalla raccolta, con particolare riguardo al prelievo erariale unico, all’imposta unica sulle scommesse e all’imposta sugli intrattenimenti, oltre che alle imposte dirette e indirette; il mercato, per porre un argine alla concorrenza sleale esercitata ai danni degli operatori onesti da parte di soggetti non autorizzati; i consumatori da proposte di gioco illegali, insicure e prive di alcuna garanzia, né sulla regolarità del gioco, né sulle probabilità di vincita, tutelando le fasce più deboli, prime fra tutte i minori.

L’attività dei Reparti si sviluppa, in primo luogo, attraverso indagini di polizia giudiziaria per la scoperta delle condotte fraudolenti più gravi e complesse, grazie all’utilizzo degli incisivi strumenti investigativi previsti dal codice di procedura penale. Accanto alle attività investigative, numerosi sono i controlli di natura amministrativa, svolti in forma autonoma o in maniera congiunta nel più ampio quadro dei “Piani coordinati di intervento”, eseguiti a livello nazionale, in sinergia con le altre Forze di polizia e con la collaborazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Questi piani coordinati di intervento vengono effettuati nell’ambito:

1) del “Comitato di alta vigilanza per la prevenzione e repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori”, previsto dall’art.15-ter del Decreto legge 1 luglio 2009, n. 78;

2) del cosiddetto “piano Balduzzi”, previsto dall’art. 7, comma 9, del Decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189, per la pianificazione annuale, fra Agenzia delle dogane e dei monopoli e Guardia di Finanza, di controlli specificamente destinati al contrasto del gioco minorile, nei confronti di esercizi presso i quali sono installate “newslot” ovvero vengono accettate scommesse, ubicati in prossimità di istituti scolastici, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto.

 

La Guardia di Finanza è, inoltre, impegnata ad arginare la diffusione del gioco abusivo via internet, in collaborazione con la citata agenzia, cui spetta il compito di ordinare ai provider gestori delle risorse web di inibire i siti illegali di gioco. Nel settore dei giochi e delle scommesse, nell’ambito di entrambi i Piani Operativi in parola, nello scorso anno sono stati complessivamente eseguiti 5.783 interventi, di cui 1.764 irregolari, riscontrando 1.858 violazioni, che hanno consentito di verbalizzare 6.401 soggetti. Sono state altresì concluse n. 255 deleghe pervenute dalla Autorità giudiziaria.

 

 

A seguito di tali attività ispettive sono stati sottoposti a sequestro 710 apparecchi e conge-gni da divertimento e intrattenimento irregolari, nonché 715 punti clandestini di raccolta scom-messe. Particolare attenzione è stata rivolta anche al fenomeno della diffusione dei Centri di Trasmissione Dati (C.T.D.), canale privilegiato utilizzato dagli allibratori esteri sprovvisti di con-cessione statale e di licenza di Pubblica Sicurezza, per la promozione della raccolta in Italia di scommesse. Si tratta, in sostanza, di agenzie attive sul territorio nazionale che si pongono quali intermediari tra lo scommettitore e il bookmaker, con il compito di raccogliere le puntate del singolo giocatore, trasmettendo i dati, per via telematica, all’organizzatore estero privo di concessione.

In relazione a tale fenomeno, va ricordato che l’art. 1, comma 643, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015) ha introdotto una procedura di emersione per gli operatori che offrono scommesse per conto di bookmaker esteri privi di concessione, prorogata fino al 31 gennaio 2016, dall’art. 1, comma 926, della Legge 28 dicembre 2015, n. 208. Sono state quindi effettuate due specifiche campagne di controllo “interforze”, la prima tra il 7 e l’8 luglio 2016 e l’altra dal 13 al 15 dicembre 2016, nei confronti dei circa 5.000 operatori che non hanno aderito al citato regime di emersione, disposte dal “Comitato per la prevenzione e repressione del gioco illegale” di cui al citato art. 15-ter del Decreto legge 1 luglio 2009, n. 78.

 

 

 

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