Codere e Cirsa: dalla fusione deriverebbero risparmi fino a 100mila euro

La scorsa settimana i Martínez Sampedro, fondatori del gruppo spagnolo di gioco Codere, hanno dato mandato ai propri avvocati di intentare causa contro l’attuale presidente di Codere, Norman Sorensen, e gli amministratori che hanno partecipato al rilevamento della società lo scorso 12 gennaio cambiando con il sostegno dei fondi di investimento i vertici del CDA. I nuovi dirigenti sono accusati di amministrazione sleale e abuso del diritto di agire contro gli interessi aziendali, nonché di violazione dei termini e difetti nella preparazione dell’ordine del giorno del consiglio di amministrazione di fine dicembre, in seguito rinviato a gennaio.
Alla base ci sarebbero divergenze nella gestione della multinazionale e possibili progetti per fondere il gruppo con l’altro big del settore Cirsa.

Cirsa, in vendita, dalla sua potrebbe essere acquistata dalla Blackstone, una società finanziaria statunitense specializzata nei settori di private equity, investimenti immobiliari, hedge funds, ristrutturazione di aziende e gestione di fusioni e acquisizioni.

Con l’operazione Codere e Cirsa si potrebbe generare un significativo taglio delle spese. Poiché entrambe le società operano in Spagna, Italia e diversi paesi dell’America Latina, potrebbero eliminare i reparti duplicati. Si parla di un piano per tagliare i costi tra i 50 ei 100 milioni di euro tagliando circa 2.500 posti di lavoro in Spagna e America Latina.

I fondatori di Codere temono una manovra tra Blackstone e Silver Point (Fondo proprietario del 21,6% delle azioni Codere). Il Martinez Sampedro manterrebbe la sua partecipazione ma con un potere decisionale molto diluito all’interno della nuova società.

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