19 Aprile 2024 - 11:25

Chi non gioca è malato. Presentato a Bolzano il libro del prof. Bolz

Dal nostro inviato a Bolzano – Nella giornata di oggi si è tenuto a Bolzano il convegno di presentazione del libro del prof. Norbert Bolz ‘Chi non gioca è malato.

18 Novembre 2015

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Dal nostro inviato a Bolzano – Nella giornata di oggi si è tenuto a Bolzano il convegno di presentazione del libro del prof. Norbert Bolz ‘Chi non gioca è malato. Perché il calcio, il gioco d’azzardo e i social games sono fondamentali nella vita dell’uomo’. Si tratta della seconda presentazione del testo (la prima si era tenuta a fine settembre presso la Fondazione Marco Besso a Roma), tradotto ed edito in Italia con il sostegno di Novomatic Italia che quest’oggi si è tenuta in parte il lingua tedesca nel capoluogo dell’Alto Adige.

 

Oltre a parlare di gioco come attività umana connaturata nella nostra natura, non sono mancati spunti di riflessione in merito alla situazione della provincia di Bolzano e alla ormai innegabile diffusione del gioco illegale come diretta conseguenza della politica proibizionista adottata dal 2010 in particolare nei confronti degli apparecchi da gioco.

 

Presenti all’evento, Matteo Marini, Amministratore delegato di Admiral Gaming Network, Nada Starcevic, filosofa ed esperta terapeuta di dipendenze, e Massimo Ruta, Amministratore delegato del Gruppo Novomatic in Italia.

“Abbiamo presentato a Bolzano il libro di Norbert Bolz – ha dichiarato Matteo Marini a PressGiochi – anche perché la provincia necessita come territorio di parlare di questi temi anche in vista dell’azione politica avviata nella materia del gaming dall’amministrazione provinciale e che, ad oggi non ha portato a molti risultati. L’obiettivo di questa giornata era proprio di cominciare a parlare di questo argomento in maniera più ampia. Il gioco ci accompagna lungo tutto il nostro percorso di vita. Dobbiamo provare a diffondere i valori positivi e impegnarci a contrastare i fenomeni più preoccupanti”.

 

novomatic2Dott.ssa Nada Starcevic, filosofa ed esperta terapeuta di dipendenze ha dichiarato in occasione dell’evento: “Tutte le forme di dipendenza si fondano sullo stesso bisogno innato dell’individuo , cioè quello di sfuggire da qualcosa. Il fenomeno lo abbiamo vissuto e curato in  questi anni con l’alcoolismo, che è di gran lunga la dipendenza più diffusa. Se poi parliamo di misure, non possiamo che concentrarci sui bambini: sulla loro educazione; educare per prevenire le dipendenze fin dalla primissima infanzia. Il gioco è uno modo impareggiabile di insegnare al bambino che esiste la fortuna e si può intervenire sui giocatori riportandoli a quel momento di apprendimento”. Si gioca alla ricerca del piacere, quindi privando l’uomo di questo bisogno innato, si rifugerà in un’altra dipendenza”.

 

“Sponsorizziamo questo tipo di incontri, – ha affermato l’Ing. Massimo Ruta – e siamo particolarmente contenti del dibattito oggi qui a Bolzano, perché siamo convinti siano il vero antidoto contro le strumentalizzazioni che come mondo del gioco viviamo. Il tono, le informazioni veicolate oggi, sono reali e corrette e riconoscono sia il valore del nostro mondo che la necessità di avviare un confronto con gli attori coinvolti sul territorio per superare le criticità”

 

“Tante dipendenze – ha spiegato il prof. Bolz – vengono accettate dalla cultura diffusa. Basti pensare al fumo in primis, che è stato anche un fenomeno di moda. Oggi lo è lo shopping. Il gioco ha in sé il valore del rispetto di regole certe e condivise che è uno dei valori più forti e più aggreganti che esistono. E’ quello che lo lega alla vita di tutti i giorni di ogni essere umano. Per questo ogni singolo giocatore accetta e condivide le regole. Perché il gioco fornisce una fuga verso il paradiso, verso il bisogno di vincere che ogni individuo manifesta e che non è solo del gioco d’azzardo. Puntare ad esempio è un incentivo a prendere sul serio il gioco. Per questo il proibizionismo nel gioco fallisce come in tutti gli altri tentativi. Nel mondo dei giochi di fortuna ad esempio non esistono differenze di genere”.

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PressGiochi