29 Marzo 2024 - 15:55

Casinò di Venezia. I dipendenti tornano a scioperare

Torna – in piena campagna elettorale per l’elezione del sindaco – la conflittualità al Casinò di Venezia, con la proclamazione dello stato di agitazione dei dipendenti e il blocco degli

05 Giugno 2015

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Torna – in piena campagna elettorale per l’elezione del sindaco – la conflittualità al Casinò di Venezia, con la proclamazione dello stato di agitazione dei dipendenti e il blocco degli straordinari annunciato in una lettera alla presidente di Cdv Gioco Spa Ilaria Bramezza, al direttore generale Vittorio Ravà e al direttore del personale Cesare Ferrari, Slc-Cgil, Fisascat-Cisl, Snalc-Cisal, Ugl Terziario e Rlc (tutte le sigle della casa da gioco, con l’eccezione di Usb).

La lettera precisa tra l’altro che i lavoratori effettueranno lo «sciopero delle prestazioni straordinarie, dei prolungamenti di orario e di ogni altra forma di prestazione aggiuntiva a quelle ordinarie, comunque denominata» dal 6 giugno, per una prima durata complessiva di 15 giorni. I sindacati lamentano la «tardività della convocazione aziendale, riguardo alle problematiche poste con nota del 28 maggio, mentre si realizza il concreto avvio di azioni aziendali che ledono lo sforzo di rilancio aziendale» e si ripete che «il confronto sulle azioni di rilancio e riorganizzazione della Casa da gioco è in una fase di stallo, malgrado fosse estremamente prossimo a produrre un’ipotesi di accordo, da sottoporre poi alla consultazione vincolante dei lavoratori.

A ciò sono seguite invece scelte industrialmente discutibili e disagi superflui ai lavoratori, nella più perfetta unilateralità (non da ultimo la proroga del contratto del consulente Slot). Per il Reparto Slot, in assenza del prosieguo del confronto tecnico che era in corso, pur da noi informalmente sollecitato, proseguono iniziative unilaterali, riferite al layout, all’installazione di nuove macchine, alla modificazione delle denominazioni, alle nuove procedure di prelievo del contante non più in sicurezza, ecc. Scelte che dubitiamo fortemente tornino utili al recupero degli andamenti declinanti, più facilmente potrebbero allontanare ulteriormente la clientela.

Tali iniziative entrano spesso in violazione degli accordi in essere. La prospettiva del forte ridimensionamento della ristorazione interna, rischia di penalizzare sterilmente personale soggetto a turni, con stress di contatto con la clientela, provocando demotivazione di cui non si ha assolutamente bisogno».