19 Aprile 2024 - 20:50

Calcio-scommesse. Nuovo scandalo sulla serie B, 10 arresti; Abodi: “Ricordiamo la correttezza della maggioranza del sistema”

Un gruppo camorristico avrebbe influenzato i risultati di Modena-Avellino e Avellino-Reggina del 2014. Sette persone in carcere e tre ai domiciliari, questo è il bilancio del nuovo scandalo scommesse che

23 Maggio 2016

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Un gruppo camorristico avrebbe influenzato i risultati di Modena-Avellino e Avellino-Reggina del 2014. Sette persone in carcere e tre ai domiciliari, questo è il bilancio del nuovo scandalo scommesse che colpisce la Serie B.

L’operazione è scattata all’alba a Napoli, gli arresti sono stati eseguiti su richiesta del pool anticamorra coordinato dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, uno dei magistrati che ha condotto l’inchiesta di Calciopoli. L’indagine riguarda le attività del clan sulle scommesse in relazione a due partite di Serie B.

Tra gli indagati ci sono anche Francesco Millesi, capitano dei Lupi, ed Armando Izzo, oggi al Genoa ed appena convocato da Conte per la Nazionale. Nessuno dei due è stato raggiunto da misura cautelare. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, attraverso il calciatore, che fungeva da ‘contatto’, il gruppo mafioso ha attratto nell’orbita criminale altri soggetti: questi hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere i giocatori influenzando le partite in questione.

L’indagine dei carabinieri che ha svelato un giro di scommesse su gare di calcio ha portato alla luce la capacità di influenzare alcune partite di B del 2013-2014, giocate in Campania nel 2014: attraverso ul ‘contatto’ il capo clan e i sodali hanno attratto altre persone; per carabinieri hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di B, influenzando due gare disputate a maggio 2014.

Dalle indagini sulle scommesse truccate sono emersi “elementi concreti” e “le dazioni di denaro sono state provate”, ciò in base alle dichiarazioni raccolte dagli inquirenti e al contenuto di sms e conversazioni telefoniche intercettate. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Napoli, Filippo Beatrice, coordinatore della Dda, a proposito dell’inchiesta su calcio e camorra.

Sono due le partite per le quali la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ipotizza il reato di frode sportiva. La prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014; la seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno.

 

Ad intervenire sull’indagine il presidente della Lega B Andrea Abodi: «Ancora una volta, nonostante il costante, profondo e totale impegno della Lega e delle altre Istituzioni sportive sul versante dell’integrità e del rispetto, emerge l’ennesimo attentato della criminalità organizzata nei confronti del calcio. Due partite del nostro campionato 2013-14 sarebbero state condizionate da un manipolo di delinquenti, fuori e dentro il campo di gioco. Prendiamo atto che si tratti di fatti gravi, circoscritti a due partite di fine stagione di due anni fa, fatti emergere dal lavoro della DDA e dalla Procura della Repubblica di Napoli che ringraziamo per il lavoro che stanno svolgendo e alle quali garantiamo, come sempre, la nostra piena collaborazione.

Nel nostro impegno quotidiano, condiviso con la Federazione e le altre componenti del sistema-calcio, stiamo cercando di rendere sempre più efficace il contrasto a ogni forma di illegalità e di infiltrazione della criminalità, fattori patologici che riguardano purtroppo l’intera società. È parte prioritaria dei nostri doveri operare per garantire trasparenza, legalità e credibilità a tutti i portatori di interesse, a partire dai nostri Tifosi, rilanciando in una giornata come questa tutto il nostro impegno per respingere ogni forma di inquinamento criminale in un sistema che vuole essere valutato non per l’irresponsabilità di pochi, che vanno messi in condizione di non nuocere più, ma per la correttezza della stragrande maggioranza delle persone che ne fanno parte a vario titolo.

Al Governo, che ha dimostrato grande sensibilità e attenzione al tema del più efficace contrasto alle frodi sportive aumentando fino a nove anni la detenzione per tali reati, chiediamo di continuare nell’opera legislativa per determinare anche un impatto patrimoniale con il sequestro preventivo e la confisca dei beni di questi delinquenti, come da nostra proposta che il Governo meritevolmente ha fatto sua con un disegno di legge approvato in Consiglio dei Ministri nel settembre scorso, che adesso più che mai ha bisogno di diventare legge dello Stato».

 

PressGiochi