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Bologna. Di Girolamo (PD): “Stiamo lavorando ad un’ordinanza sugli orari di gioco che abbia una tenuta giuridica solida”

A Bologna, come ha riferito recentemente l’assessore Riccardo Malagoli, negli ultimi sei mesi i gestori delle sale slot e scommesse sono stati multati “oltre cento volte per il mancato rispetto

24 Luglio 2017

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A Bologna, come ha riferito recentemente l’assessore Riccardo Malagoli, negli ultimi sei mesi i gestori delle sale slot e scommesse sono stati multati “oltre cento volte per il mancato rispetto degli orari di gioco”, ma nonostante questi dati si sta lavorando per ridurre drasticamente i limiti.  Non più una giornata di lavoro continuata dalle 9 all’una, come previsto dall’attuale regolamento, ma due fasce quotidiane: una mattutina, dalle 10 alle 13, e una al pomeriggio, dalle 17 alle 22. Otto ore di gioco contro le 16 attualmente in vigore.

A lavorare in prima persona a queste nuove regole, oltre l’assessore Matteo Lepore,  Giulia Di Girolamo esponente del Partito Democratico in consiglio comunale.

 

 

“L’ordinanza – ha spiegato a PressGiochi Giulia Di Girolamo – si colloca all’interno di un percorso affrontato durante una serie di commissioni consiliari relative sia al problema della ludopatia sia al contrasto alla criminalità organizzata.  Durante le commissioni gli uffici di competenza del comune e l’Asl, coinvolta nella discussione, ci hanno presentato un quadro molto critico sul tema della ludopatia e sull’abuso (e di conseguenza la dipendenza) del gioco lecito da parte di diverse fasce di età, tra giovani e meno giovani. Dopo un confronto con la Città Metropolitana di Bologna, come Comune abbiamo ritenuto necessario adeguarci alle fasce orarie (10-13 e 17-22) già adottate da altri comuni dell’area metropolitana, i quali, dopo un’attenta analisi dei dati sono riusciti ad applicare l’ordinanza nel loro territorio, e grazie al supporto di dati scientifici, anche a vincere i ricorsi pervenuti. L’esigenza quindi si muove su due fronti: da un lato ridurre la dipendenza prevedendo una restrizione oraria e dall’altra fare fronte ad una richiesta dei comuni limitrofi alla nostra città di adottare unanimemente gli stessi orari per evitare, come succede, la migrazione delle persone dagli altri centri verso la città di Bologna per recarsi nelle sale da gioco aperte attualmente fino all’una del mattino”.

 

 

“Pertanto, essendo un percorso complesso- ha proseguito il consigliere- stiamo studiando tutti i dati fornitici dall’Area Benessere di Comunità del Comune e dalle Asl, dal Sert, per poter redigere un’ordinanza specifica e puntuale che abbia una tenuta giuridica solida e che sia in grado di incidere positivamente per raggiungere gli obiettivi che l’amministrazione si è prefissata, di riduzione del danno causato dalla ludopatia e per, in qualche modo, contrastare il business legato al gioco d’azzardo da parte della criminalità organizzata nella nostra città, quest’ultima, come testimoniano diversi accadimenti, fortemente radicata anche in questo settore. Inoltre l’ordinanza riguarderà sia le sale da gioco già sotto l’egida dell’ordinanza attualmente in vigore, sia le attività al cui interno sono presenti apparecchi per il gioco. Quindi le fasce orarie incideranno sia sull’apertura e chiusura delle sale dedicate, sia sull’accensione e spegnimento degli apparecchi per quelle attività che non contemplano solo le apparecchiature da gioco (tabaccherie, bar, ristoranti..). Questo studio che stiamo conducendo, inoltre, prende in considerazione anche altre esperienze extra regionali che hanno ottenuto risultati positivi sui propri territori”.

 

 

“Rispetto alla questione delle distanze – ha concluso la Di Girolamo- il Comune parallelamente alla stesura dell’ordinanza, si sta adeguando alle indicazioni date dalla legge regionale che prevede una distanza minima di 500mt dai luoghi sensibili. In questo caso, gli uffici competenti stanno facendo una mappatura di queste attività per adeguarsi entro sei mesi alla prescrizione regionale. L’obiettivo è infatti quello di individuare quei luoghi definiti sensibili, ed eventualmente indicarne degli altri, anche con il supporto dei Presidenti dei diversi quartieri, al fine di tutelare maggiormente le fasce deboli in difficoltà rispetto al fenomeno della ludopatia. Un percorso lungo, in fase di sviluppo, necessario per rispondere ad una importante esigenza di comunità”.

 

 

 

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