18 Aprile 2024 - 19:36

Binetti (AP): “La nuova frontiera della dipendenza da gioco sono le app per bambini”

“Per una serie di ragioni assai difficilmente identificabili, e comunque scarsamente condivisibili, questo Governo non riesce a prendere decisioni concrete ed efficaci in materia di giochi, soprattutto sotto il profilo

20 Luglio 2016

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“Per una serie di ragioni assai difficilmente identificabili, e comunque scarsamente condivisibili, questo Governo non riesce a prendere decisioni concrete ed efficaci in materia di giochi, soprattutto sotto il profilo della prevenzione delle dipendenze e quindi a tutela della salute, nonostante ci siano diversi disegni di legge orientati in tal senso”.

Paola Binetti esponente di Area Popolare alla Camera introduce con queste parole un’interrogazione presentata oggi al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin evidenziando soprattutto la pericolosità dei giochi online diffusi tra i giovani tramite smartphone.

 

“Sulla base di una recente ricerca effettuata dalla Società italiana di medicina dell’adolescenza, è emerso che entro i 14 anni la stragrande maggioranza dei giovani ha giocato più di una volta, anche senza essere diventato un giocatore abituale; l’ha fatto soprattutto con i giochi che non destano particolare allarme sociale da parte degli adulti, come ad esempio il Gratta e vinci, il Lotto e il Super Enalotto e altri; attualmente si sta diffondendo tra i giovani la consuetudine a giocare utilizzando le app presenti sugli smartphone, in tutti gli ambienti, compresi quelli considerati più sensibili come le scuole: l’11 per cento degli intervistati, su di un campione di 2 mila studenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni ha già giocato anche online; ciò è uno degli «effetti collaterali» della massiccia permanenza in rete degli adolescenti e indica un pericoloso avvicinamento al gioco d’azzardo online, legale per gli adulti.

 

In realtà, – spiega Binetti – per giocare online occorre disporre di una carta di credito, ma sembra che non sia difficile per gli adolescenti aggirare questo ostacolo per vivere un tipo di emozione che la legge non consente, secondo il classico modello che fa della trasgressione una delle esperienze più attrattive;  dall’indagine citata risulta che il 95 per cento degli adolescenti intervistati sa cosa sia un gioco d’azzardo e il 90 per cento di loro sa bene che il gioco d’azzardo può creare dipendenza e per di più il 70 per cento ritiene che a questo tipo di dipendenza possano poi associarsene altre; ma solo il 66 per cento, un 30 per cento in meno, ma una percentuale comunque significativa, ritiene che sia possibile effettuare azioni di prevenzione nei confronti della dipendenza dal gioco d’azzardo attraverso adeguate campagne informative; eppure né la scuola, né i Ministeri competenti: Ministero della salute e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca hanno fatto nulla in tal senso, lasciando al Ministero dell’economia e delle finanze l’iniziativa di considerare il gioco come una sorta di cassaforte a cui attingere per i propri obiettivi di fiscalità generale, senza tenere in nessun conto gli effetti deleteri che si creano per le future generazioni, sempre più esposte al rischio dipendenza.

La ricerca ha messo in evidenza come sussista un forte rischio che il nuovo paradigma della dipendenza da gioco per i ragazzi in età scolare non sarà solo l’azzardo per vincere denaro, ma l’attività di gioco in sé, resa accessibile da tutti gli strumenti tecnologici di cui i ragazzi dispongono ormai con estrema facilità. L’attenzione dei ragazzi si sta spostando sempre di più sulle app di gioco da utilizzare sui telefonini; si può fare una ricerca sui comuni app store, inserendo le parole « slot machine» e si trovano circa 2.200 app gratuite da scaricare e se si digita slot machine e bambini, è possibile scaricare app per bambini dai 4 agli 8 anni; sono legali, non si vince denaro, ma la possibilità di giocare più a lungo, secondo il modello del ticket redemption, dove la vincita consiste in un accumulo di punti, ticket, che possono essere successivamente convertiti in premi, secondo il classico schema che consente di fidelizzare i clienti attraverso l’accumulo di punti da spendere successivamente: una formula sicura per creare dipendenza”.

 

Binetti chiede quindi al ministro se intenda affrontare questo problema, sempre più esteso e più grave, con la necessaria serietà ed incisività, dal momento che tutti i fenomeni di dipendenza, una volta che si sono consolidati, oltre a costituire un grave danno per la persona, hanno sempre importanti ripercussioni anche sul piano della salute pubblica.

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