19 Aprile 2024 - 13:36

Agcai: “Filiera sotto scacco: per difendere i nostri diritti ricorreremo anche all’Antitrust”

Siamo sotto scacco. Nessuno dovrebbe più avere dubbi su quello che Governo e concessionari si apprestano a fare con quanto previsto dalla Legge di Stabilità. Un attentato alle nostre aziende,

18 Dicembre 2015

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Siamo sotto scacco. Nessuno dovrebbe più avere dubbi su quello che Governo e concessionari si apprestano a fare con quanto previsto dalla Legge di Stabilità. Un attentato alle nostre aziende, al nostro lavoro e alle nostre famiglie. Dovrebbe essere chiaro – fa sapere in una nota l’associazione AGCAI – che, ora più che mai, solo l’unione delle forze di tutti i 5000 gestori e produttori consentirebbe di difenderci da questa grande minaccia. Fortunatamente, abbiamo una speranza perché siamo nel giusto. Siamo onesti imprenditori e lavoratori, autorizzati, controllati e felici di svolgere il proprio lavoro facendosi garanti della massima legalità ed adempiendo puntualmente e ripetutamente a qualsiasi impegno che ci sia stato richiesto per meglio tutelare gli interessi coinvolti in questa attività. La Legge di Stabilità lede ingiustificatamente, spregiudicatamente e sproporzionatamente i nostri diritti fondamentali, non sussistendo, nei fatti, una reale esigenza che impedisca di tutelare l’ordine pubblico, la salute o la sicurezza tenendo al contempo in dovuta considerazione i diritti quesiti da gestori e produttori nel corso di anni di impegno e lavoro.

 

D’altronde è facile capire come i nostri interessi (e peggio ancora gli interessi dei giocatori) non siano stati nemmeno minimamente considerati durante la stesura di questa legge e nel relativo bilanciamento dei tanti interessi coinvolti, legge che risulta pertanto ampiamente contraddittoria e lesiva dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione e dal diritto dell’Unione Europea.

 

Sembra incredibile ma siamo costretti a batterci in ogni sede e con qualsiasi strumento per difendere le nostre vite. Agiremo giudizialmente e politicamente e manifesteremo in ogni sede i pregiudizi arrecateci, anche ricorrendo all’Autorità Antitrust. Ne approfittiamo per raccogliere con entusiasmo l’invito fatto dall’associazione AGGE in merito ad un coordinamento di azioni incisive e condivise a tutela dell’intera categoria. E’ arrivato il momento di vedere la realtà per quella che è:

 

-Non si può chiedere al gestore di sostituire l’intero parco macchine dal 74% al 70% dal 01 Gennaio 2016 senza prevedere un periodo transitorio adeguato, come dire che il gestore dovrebbe sostituire in un giorno tutte le macchine, allo scopo di evitare di perdere parte del proprio compenso da un giorno all’altro.

 

-Non si può chiedere al gestore di investire in apparecchi destinati ad essere sostituiti a breve con altri apparecchi da remoto, peraltro in un mercato non governato da uguaglianza e leale concorrenza, in un mercato dove le slot restituirebbero solo il 70% al giocatori mentre le VLT l’85%, dove giochereste voi?

 

-Non si può a priori ritenere che gli apparecchi da remoto di tipo VLT garantiscano un maggiore grado di inviolabilità rispetto alle attuali AWP, o ad altre possibili tecniche; come già evidenziato anche dalla Corte di Cassazione che ha evidenziato come in merito al sistema di gioco delle VLT ci sia ancora molto da chiarire negando, a priori, che esso sia in assoluto ‘inviolabile’ e quindi di per sé sicuro.

 

-Non si può non considerare come lo stesso Stato abbia adottato una politica espansiva e di libera concorrenza per poterne ricavare il più alto gettito fiscale possibile, permettendo di installare slot ovunque ed aumentando la vincita massima da 50 € a 100 € rendendo, quindi, gli apparecchi maggiormente diffusi e maggiormente pericolosi. Noi, proprietari degli apparecchi, abbiamo solo garantito la legalità installando gli apparecchi “statali” in luoghi dove lo stato lo permette, e lo abbiamo fatto anche quando saremmo stati ben propensi a ridurre il numero degli apparecchi o a sviluppare giochi meno aggressivi, da intrattenimento, appunto, e non d’azzardo.

 

-Non si può non considerare che le stesse esigenze fiscali dovute al terremoto d’Abruzzo (e non certo una inesistente maggior sicurezza del sistema da remoto) hanno portato lo Stato ad autorizzare la nascita dei mini-Casinò con Vlt, dove i giocatori risultano maggiormente vulnerabili vivendo in un ambiente completamente dedicato al gioco e lontano da sguardi estranei all’ambiente.

 

-Non si può non considerare che le VLT rappresentano giochi d’azzardo e non certamente d’intrattenimento: anziché essere un apparecchio meno aggressivo delle Slot, sono molto peggio! Le VLT permettono puntate e vincite elevatissime, con tanto di jackpot di sala e nazionali proprio come nei casinò; permettono, peraltro, l’introduzione di banconote e non solo di monete metalliche di piccolo taglio.

 

-Non si può non considerare la ricaduta occupazionale, essendo le VLT, e le future mini-VLT, prodotte quasi esclusivamente all’estero da grossi gruppi legati ai concessionari.

 

-Non si può non denunciare che tale legge, lontana dall’essere una seria disposizione che si inserisce in un quadro mirante ad un riordino o ad un Testo unico del gioco, è piuttosto dettata da esigenze contingenti di gettito fiscale e dalle spinte derivanti dai rapporti con i (e dai finanziamenti ai partiti da parte dei) grandi gruppi concessionari, come dimostra il frettoloso e poco trasparente iter adottato per l’approvazione di questo “emendamento”.

 

Siamo pronti a protestare in tutti i modi ed invitiamo tutti i soggetti coinvolti a farlo con l’aiuto di tutte le associazioni di categoria che lottano per il riconoscimento dei diritti dei gestori e dei produttori di AWP.

 

PressGiochi