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Accordo FIGC-Itralot. Sberna (DES – CD): ‘Quali iniziative per disincentivare la pubblicità anche indiretta del gioco?’

Il Presidente del Consiglio dei ministri “Quali iniziative intende assumere per proteggere lo sport del calcio dallo sfruttamento commerciale e per rafforzare il contrasto alle ludopatie, disincentivando forme di pubblicità,

17 Ottobre 2016

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Il Presidente del Consiglio dei ministri “Quali iniziative intende assumere per proteggere lo sport del calcio dallo sfruttamento commerciale e per rafforzare il contrasto alle ludopatie, disincentivando forme di pubblicità, anche indirette, del gioco d’azzardo”. A chiederlo in un’interrogazione a risposta scritta è stato l’onorevole Mario Sberna.

“Premesso che – scive l’onorevole -:
la Federazione italiana gioco calcio alcuni giorni fa ha diffuso la notizia di aver sottoscritto un accordo di partnership con « Intralot » che la rende « premium sponsor » delle nazionali di calcio;

la Intralot appartiene al gruppo Gamenet – concessionario di Stato per scommesse, slot, video-lotterie e ha numerosi punti scommesse, nonché una presenza crescente sul mercato online;
si deve ricordare che la ludopatia si sta diffondendo in maniera preoccupante, tanto da diventare una vera e propria piaga sociale che sta rovinando tante persone e famiglie e la stessa economia del Paese; infatti, il 25 per cento dei giovani delle scuole superiori, di età compresa fra 15 e 19 anni dichiara di considerare l’azzardo come una fonte di reddito;
inoltre, tre milioni di individui sono malati di gap (gioco d’azzardo patologico), mentre 88 miliardi di euro nell’intero Paese, pari al 5 per cento del prodotto interno lordo sono consumati in azzardo;
dunque, esporre, direttamente o indirettamente, i giovani a un rischio gravissimo come quello delle ludopatie appare sbagliato, tenendo conto che nel 2015 sono stati registrati oltre un milione di giocatori tra i 15 e i 19 anni, l’8 per cento degli studenti italiani, 60.000 in più dell’anno precedente;
l’azzardo non è un prodotto di consumo come tutti gli altri, non risponde ai valori educativi e di sviluppo del benessere psicofisico che si riconoscono al gioco, crea dipendenza ed espone a gravi rischi;
la pubblicità è un elemento costitutivo della dipendenza: la induce e la produce. Quindi gli interessi insiti nel gioco d’azzardo sono altro rispetto ai valori sani dello sport, dell’etica, della legalità, della competizione positiva, del gioco di squadra;
a seguito dei molteplici disaccordi espressi tra gli altri dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza, dall’unione nazionale consumatori, dal presidente della Consulta nazionale antiusura « Giovanni Paolo II », monsignore Alberto D’Urso, le insegne Intralot sono state tolte dal materiale tecnico della squadra di calcio italiana e dai cartelloni pubblicitari; inoltre, la FIGC ha ribadito che « la visibilità di Intralot non sarà accostata all’immagine dei giocatori della Nazionale né, in alcuna forma, alle squadre giovanili azzurre ». Queste rassicurazioni sono importanti, ma appaiono tuttavia ancora insufficienti, dal momento che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo nel consumo di gioco d’azzardo;
il « decreto Balduzzi » vieta la pubblicità del gioco d’azzardo con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive, radiofoniche, cui potrebbero assistere dei minori nonché sui giornali, su riviste e pubblicazioni e via internet;
nella legge n. 208 del 2015 (stabilità 2016), sono state approvate disposizioni limitative della pubblicità, con riferimento sia agli orari in cui sono vietati i messaggi pubblicitari nelle tv generaliste sia ai contenuti dei messaggi stessi, nonché misure atte a realizzare campagne di informazione e di sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo ed è stato istituito presso il Ministero della salute il fondo per il gioco d’azzardo patologico;
è, quindi inopportuno, ad avviso dell’interrogante, che a fare da sponsor della nazionale di calcio, vista e seguita da milioni di italiani, sia una società attiva nel mondo delle scommesse con il rischio che si aggiri il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo –:
quali iniziative intenda assumere, nell’ambito delle sue competenze e nel rispetto dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, per proteggere lo sport del calcio dallo sfruttamento commerciale e per rafforzare il contrasto alle ludopatie, disincentivando forme di pubblicità, anche indirette, del gioco d’azzardo”.

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